(UNWEB) Tutti riconoscono il loro ruolo fondamentale nella fase acuta della pandemia da Covid-19, quando il lavoro si è moltiplicato, tra vaccinazioni, tamponi e un vero e proprio affiancamento del sistema sanitario pubblico, con responsabilità sempre più grandi.
Eppure i dipendenti delle farmacie speciali (municipalizzate, quindi pubbliche) aspettano il rinnovo del loro contratto nazionale da 7 anni. Parliamo di circa 250 lavoratrici e lavoratori in Umbria, con stipendi tutt’altro che faraonici (mediamente intorno ai 1500 euro al mese) che oggi subiscono quello che i sindacati definiscono “un mancato riconoscimento della loro professionalità”. “Abbiamo dichiarato a livello nazionale lo stato di agitazione perché la posizione di Assofarm, l’associazione delle farmacie pubbliche, è inaccettabile – hanno spiegato stamattina nel corso di una conferenza stampa tenuta a Perugia Vasco Cajarelli, Filcams Cgil, Rachele Rotoni, Fisascat Cisl, Nicola Cassieri, Uiltucs Uil e Riccardo Dentini, farmacista e rappresentante sindacale in Afas – Queste farmacie infatti sono tutte in attivo e guadagnano cifre importanti, ma non vogliono riconoscere il grande lavoro svolto dai loro dipendenti. Addirittura si è proposto di barattare un aumento di 120 euro lordi con un incremento dell’orario di lavoro, quando a livello mondiale è ormai chiaro che la tendenza deve essere semmai ad una riduzione”.
I sindacati si sono poi detti preoccupati per le “sirene” che cominciano a sussurrare di una possibile privatizzazione delle farmacie municipali: “Un’ipotesi che non vogliamo nemmeno prendere in considerazione – hanno rimarcato Cajarelli, Rotoni e Cassieri – prima di tutto per il ruolo sociale fondamentale che questi presidi svolgono e poi anche perché da un punto di vista economico queste farmacie funzionano e rappresentano una fonte di entrate importante per le amministrazioni comunali”.
Dunque, per i sindacati il rinnovo del contratto assume un significato ancora più importante, di riaffermazione del ruolo pubblico di queste lavoratrici e lavoratori. “E la remunerazione della grande professionalità messa in campo – hanno spiegato ancora i rappresentanti di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil – anche a fronte delle modifiche legislative che hanno cambiato in maniera sostanziale il lavoro del farmacista, è il giusto riconoscimento che questi lavoratori meritano”
In mancanza di passi avanti da parte di Assofarm (proprio oggi si svolgerà un confronto a livello nazionale) lo stato di agitazione e di mobilitazione sfocerà in uno sciopero da gestire a livello regionale e nel blocco delle prestazioni straordinarie. “Non è più tollerabile che queste lavoratrici e questi lavoratori, oggi più che mai punti di riferimento fondamentali per la cittadinanza, vengano considerati solo come un costo da abbattere”, hanno concluso i sindacati.