La Rete di imprese Luppolo Made in Italy è nel pieno della raccolta del Luppolo prodotto in Umbria.
Le prime analisi parlano di un prodotto di qualità superiore alle migliori aspettative.
Il panorama dell’agricoltura umbra si arricchisce di una nuova produzione molto rilevante in termini di reddito per i produttori.
Il Luppolo è un ingrediente decisivo per produrre della birra di alta qualità e ha molti altri possibili impieghi, nell’agroalimentare e nel settore dei prodotti della salute e del benessere.
Ma produrre Luppolo richiede un’organizzazione di Filiera strutturata, moderna e molto efficiente.
Per questo in Umbria è nato il progetto “Luppolo Made in Italy”, il più avanzato progetto di Filiera presente oggi in Italia, che si sta sviluppando grazie alla Misura 16.2.1 del PSR della Regione dell’Umbria.
Il Luppolo è una cannabacea pluriennale, le coltivazioni si sviluppano in altezza, fino ai 7 metri, il ciclo di coltivazione va da marzo a settembre e si conlcude appunto con la raccolta.
Il Luppolo entra in piena produzione al terzo anno di vita e per questo le coltivazioni sperimentali di Luppolo Made in Italy sono particolarmente promettenti, dato che questa è solo la seconda stagione di coltivazione.
La Rete ha costruito un modello di Filiera completo e pienamente operativo, superando anche gli stessi obbiettivi previsti nel progetto.
In questi giorni di raccolta saranno sperimentati due processi essenziali della prima trasformazione del prodotto: la sgranatura o separazione e l’essiccazione.
La sgranatura è operata da una macchina apposita, la sgranatrice, un modello Wolf Tipe 1, il cui impiego è frutto della collaborazione con il Birrificio Agricolo Mostoitaliano che grazie al lavoro di Francesco Casellato opera la sgranatura con la massima cura dei fiori, i coni del Luppolo, nelle cui ghiandole si trova a Luppolina, ricca dei componenti così preziosi per i Mastri birrai.
Grazie alla collaborazione con la Filiera tabacchicola rappresentata dal Gruppo Cooperativo Agricooper è stato possibile allestire quello che è ad oggi il più grande centro di essiccazione del Luppolo presente in Italia e capace di competere per dimensioni e qualità dell’essiccazione con i migliori centri presenti nei Paesi tradizionalmente vocati, come la Germania, la Slovenia e la Repubbica ceca.
L’utilizzo dei forni da tabacco per l’essiccazione del Luppolo è una sperimentazione significativa delle molteplici possibilità di integrazione delle due Filiere.
La raccolta, la sgranatura e l’essiccazione, sebbene organizzate in un contesto sperimentale, stanno seguendo i protocolli delle migliori produzioni di Luppolo per qualità e integrità del prodotto.
Il programma dell’attività sperimentale della Rete sul Luppolo coltivato in Umbria prevede di giungere fino alla produzione di Pellet, il formato di prodotto preferito dai birrifici artigianali, ma sono previste anche interessanti novità, per esplorare e gustare questa nuova produzione, che coinvolgeranno tutti i protagonisti della Filiera!
La Rete è composta dai produttori biologici, dal Gruppo Cooperativo Agricooper e vede la preziosa partecipazione di Aboca, azienda leader nel settore della salute e del benessere, la cui esperienza di società Benefit rappresenta una guida per un modello di produzione pienamente sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.
Il coordinamento scientifico del progetto di ricerca è affidato al Professor Giuseppe Perretti del CERB Centro di eccellenza di ricerca sulla birra dell’Università di Perugia e vede la partecipazione del CNR IBBR, sulla ricerca del Luppolo autoctono umbro.