Sono ritenuti responsabili, a
vario titolo, di tentata estorsione in concorso e danneggiamento
ai danni di un imprenditore residente a Perugia, due italiani
arrestati dai carabinieri in un’abitazione di Torre del Greco,
occupata da pochi giorni. Gli inquirenti li ritengono vicini ad
ambienti camorristici.
Durante la perquisizione domiciliare – riferisce la Procura
di Perugia – sono state rinvenute all’interno della cassetta
dello scarico del water avvolte in buste di plastica, due
pistole con matricola abrasa e il relativo munizionamento.
L’operazione è stata condotta dai militari della compagnia
di Perugia, supportati da quelli del comando provinciale di
Napoli che hanno così dato esecuzione a una ordinanza di
custodia cautelare disposta dal gip del capoluogo umbro su
richiesta della Procura guidata da Raffaele Cantone. L’indagine
è stata avviata dopo una denuncia presentata alla stazione
carabinieri Fortebraccio da un imprenditore umbro nella quale
l’uomo evidenziava di aver subito atti intimidatori legati
all’acquisizione società. Sosteneva in particolare che in
precedenza si era recato a Milano per definire i dettagli della
trattativa e in quello stesso giorno aveva ricevuto sul suo
cellulare due chiamate anonime da parte di un uomo che, con
accento napoletano, lo esortava a non continuare e ad
interrompere immediatamente la trattativa. Tornato a Perugia
poco dopo riceveva ulteriori telefonate in cui veniva minacciato
di morte insieme alla sua famiglia e – è emerso sempre
dall’indagine – qualche giorno dopo era stata danneggiata la sua
auto, con ammaccature alle fiancate e al vetro mentre a terra
erano stati lasciati due proiettili a salve e una coppia di
guanciole in plastica per l’impugnatura di una pistola. Sono
stati quindi acquisiti i filmati dalle telecamere di
sorveglianza della zona e dai rilievi del Ris, dall’analisi dei
tabulati telefonici e da ulteriori approfondimenti investigativi
sono stati raccolti “gravi indizi” di presunta colpevolezza a
carico di due giovani, risultati pluripregiudicati e residenti
in Campania, ritenuti “verosimilmente” gli autori delle
telefonate anonime e del danneggiamento dell’auto.
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