Giovani, formazione, tirocini, lavoro, autoimprenditorialità sono le parole chiave di “Orientarsi a partire da sé”, un progetto di accompagnamento personalizzato dedicato a contrastare il fenomeno crescente dei Neet, ragazzi né occupati né impegnati in corsi di istruzione o formazione. Nata con lo scopo di garantire azioni realizzate in rete per migliorare la capacità del territorio di fare sistema nella costruzione di strumenti a favore dell’inclusione sociale e lavorativa di questi giovani, l’iniziativa è frutto della sinergia tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, le diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Gubbio e l’Arpal, l’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro. La convenzione che dà il via al progetto è stata siglata dalla presidente della Fondazione Cristina Colaiacovo, dal vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, da quello di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini e del direttore dell’Arpal Luigi Rossetti. Presente anche l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Umbria, Michele Fioroni. “Orientarsi a partire da sé” è rivolto a giovani maggiorenni con meno di 35 anni che non studiano, non lavorano e non seguono un percorso professionale, ed in particolare che non usufruiscono di alcun programma di politica attiva della Regione Umbria, residenti nei comuni delle diocesi di Assisi e Gubbio. Coinvolge dunque i comuni di Assisi, Gubbio, Umbertide, Scheggia e Pascelupo, Costacciaro, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Fossato di Vico, Sigillo, Valfabbrica, Bastia Umbra, Cannara e Bettona. Saranno le due Diocesi, anche con l’ausilio di un’equipe di professionisti, a individuare i potenziali partecipanti, che avranno l’opportunità di frequentare un corso motivazionale e di orientamento funzionale ad acquisire consapevolezza delle proprie capacità e risorse. L’Arpal supporterà l’iniziativa favorendo l’incontro tra i soggetti individuati da avviare alle politiche attive di formazione professionale o tirocini presso enti privati, anche no profit, e pubblici e metterà a disposizione fino ad eventuali 50 voucher formativi per la frequenza di corsi mirati da attivare nel Catalogo regionale per l’offerta da destinare a quanti, alla fine del percorso individuato, intenderanno partecipare a specifici corsi di formazione. “L’iniziativa – ha evidenziato Cristina Colaiacovo – è il risultato di una approfondita fase di ascolto, in particolare dall’esigenza espressa dalle Diocesi di Gubbio e di Assisi, che attraverso un lungo lavoro di affinamento e perfezionamento ci ha permesso di costituire un solido partenariato anche grazie al coinvolgimento dell’Arpal. Ringrazio dunque i partner, che hanno creduto fortemente nel valore innovativo nell’iniziativa e che a vario titolo hanno dato e daranno il proprio contributo. Mi auguro che i risultati che otterremo attraverso tale sperimentazione non solo siano positivi ma possano essere presi a modello per dare continuità al progetto, nella prospettiva di estenderlo anche ad altri territori”. “Questo progetto – ha quindi affermato monsignor Paolucci Bedini -, che nasce dalla sinergia tra soggetti differenti, è scaturito da un profondo dialogo tra le parti con il comune orizzonte di provare sinceramente a porre in atto un segno di fiducia e speranza sul fronte della promozione del lavoro per i giovani”. Per monsignor Sorrentino “l’iniziativa ha un’importanza notevole perché i dati che riguardano coloro che non studiano e non lavorano sono davvero preoccupanti: nella nostra regione si contano circa 35 mila Neet, secondo gli ultimi dati Istat, e l’Umbria è stata l’area d’Italia con il maggiore incremento (+25%) di Neet nella fascia di età compresa tra i 15 e i 25 anni, essendo aumentato notevolmente anche l’abbandono scolastico”. “Il discorso – ha aggiunto – in realtà è globale: nelle regioni più povere del mondo è una emergenza endemica che al Santuario della Spogliazione abbiamo messo a fuoco con l’iniziativa del premio Francesco di Assisi e Carlo Acutis per un’economia della fraternità. Ma mentre guardiamo al mondo, non possiamo non farci carico innanzitutto di chi sta più vicino a noi. Credo che, come Chiesa, sia importante la nostra presenza, il nostro impegno e le nostre forze per aiutare i giovani e coloro che per diverse ragioni sono usciti dal mercato del lavoro ad imboccare la via giusta per prendere in mano il loro futuro”. Michele Fioroni, ha parlato di “un progetto di particolare valore per il territorio”. “Il fenomeno dei Neet – ha aggiunto – rappresenta una vera e propria piaga sociale. I numeri al riguardo sono allarmanti ed è una problematica che deve essere contrastata con ogni mezzo idoneo per ridare centralità nella vita dei nostri giovani alla formazione ed al lavoro come simbolo di vita e di rinascita. Una collaborazione importante quella che ha dato vita al progetto e che vuole dare ai giovani una possibilità di orientarsi ed entrare nel mondo del lavoro facendo leva sulle proprie capacità e risorse. L’orientamento collegato ed i colloqui mirati volgono infatti proprio all’esaltazione delle attitudini del soggetto interessato”.





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