(Acs) Perugia, 30 ottobre 2020 – “Nella sua conferenza stampa il commissario Arcuri, con un goffo tentativo, prova ancora a scaricare sulle Regioni la responsabilità dei ritardi sulla riorganizzazione della rete Ospedaliera nazionale per il Covid”. Ad affermarlo sono i consiglieri regionali del gruppo Lega Umbria (Stefano Pastorelli-capogruppo, Daniele Carissimi, Paola Fioroni, Valerio Mancini, Enrico Melasecche, Daniele Nicchi, Francesca Peppucci, Eugenio Rondini).
“Il commissario Arcuri – scrivono i consiglieri del Carroccio – ha giustificato il ritardo nella riorganizzazione degli ospedali affermando che, ai sensi dell’art.2, comma 14 del Decreto Rilancio, le Regioni avrebbero potuto autonomamente spendere i fondi stanziati da maggio, quando invece il citato comma testualmente recita che solo qualora le Regioni abbiano già provveduto alla realizzazione delle opere anteriormente al presente decreto legge, il Commissario è autorizzato a finanziarle. Non corrisponde quindi al vero quanto affermato da Arcuri – spiegano – ovvero che le Regioni potevano realizzare direttamente gli investimenti da maggio poiché il Decreto Rilancio è stato licenziato il 19 maggio ed esclude chiaramente tutte le eventuali opere effettuate successivamente a tale data, come si evince chiaramente anche dall’art. 2, comma 1 del Decreto Rilancio che statuisce l’obbligo delle Regioni di garantire l’incremento di attività in regime di ricovero in Terapia Intensiva tramite apposito piano di riorganizzazione che doveva essere approvato dal Ministero della Salute ai sensi dell’art. 5 delle procedure di approvazione indicate nelle linee guida del Ministero emanate solamente il 29 maggio”.
“Il Commissario Arcuri – continuano i consiglieri regionali della Lega – ha dunque surrettiziamente dato lettura del comma 14 omettendo l’inciso anteriormente al presente decreto legge, al fine di rendere l’interpretazione della norma favorevole alla sua falsa ricostruzione dei ritardi accumulati, prestandosi alle strumentalizzazioni del PD e 5 Stelle invece che dedicare integralmente le proprie energie alla mitigazione della curva pandemica”.
“Auspichiamo che tale gravissima condotta faziosa del Commissario, in considerazione anche delle precedenti vicende della carenza delle mascherine a prezzo calmierato ed il flop della gara per i banchi anti-Covid con criteri che nessuna impresa poteva rispettare, costringendolo a modificare il bando per ben due volte, anche il giorno prima della scadenza del 29 luglio, convinca il Presidente Conte a revocare la nomina del Commissario Arcuri che – concludono – espone l’Italia e l’Umbria ad un rischio gravissimo di fronte alla pandemia in atto”. RED/as