(UNWEB) – Perugia La Giunta regionale ha adottato nella seduta di ieri il disegno di legge che disciplina la complessa materia dell’assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche in Umbria e la determinazione dei relativi canoni. “Un atto di grande importanza, in un settore rilevante quale quello della produzione di energia dalle risorse idriche, che introduce un cambiamento radicale di scenario in particolare attraverso la rimodulazione dei canoni a carico dei titolari di concessione, garantendo maggiori introiti che andranno a beneficio del territorio umbro e dei Comuni in cui sono ubicati gli impianti”. Lo hanno sottolineato la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, e il vicepresidente e assessore all’Ambiente, Roberto Morroni, che questo pomeriggio hanno illustrato contenuti e finalità della proposta di legge.
“Siamo alle prese con una crisi energetica senza precedenti – ha detto la Presidente, facendo una riflessione sul contesto – ma questa Giunta regionale già da tempo si è adoperata per contrastarne l’impatto sulle imprese e sul territorio, adottando numerosi provvedimenti quali il nuovo regolamento regionale sulla produzione di energia da fonti rinnovabili, mettendo in campo 15 milioni di euro per lo sviluppo del fotovoltaico, intercettando risorse del Pnrr. Con il disegno di legge che disciplina l’assegnazione delle concessioni e ridetermina i canoni compiamo un ulteriore passo, in attesa delle misure del Governo in materia di extraprofitti delle aziende produttrici di energia, dando un segnale a livello regionale: recupereremo, infatti, fin da subito preziose risorse per il nostro territorio, stimabili in alcuni milioni di euro che potranno aumentare negli anni successivi, perseguendo il principio della massima sostenibilità ambientale, che è il ‘Dna’ alla base della nostra programmazione”.
Il vicepresidente Morroni ha illustrato i tratti caratterizzanti del disegno di legge soffermandosi in particolare sulle novità più rilevanti, che riguardano i canoni di concessione: “Attualmente viene applicato un canone fisso – ha spiegato – che con la nuova legge regionale verrà innalzato da circa 32 a 40 euro per kW. Vengono poi introdotte altre due componenti. Ci sarà una parte variabile, applicata nella misura del 2,5% del valore dei ricavi calcolati sulla produzione annua a consuntivo delle centrali e il prezzo di mercato dell’energia. Abbiamo, inoltre, inteso avvalerci della facoltà consentita dalla norma quadro statale di inserire nei bandi che farà la Regione per l’assegnazione delle concessioni, con procedura ad evidenza pubblica, l’obbligo ai concessionari di fornire annualmente gratuitamente una quantità di energia elettrica al territorio e anche la possibilità di monetizzare questo quantitativo. Un’altra quota verrà applicata poi per le concessioni in scadenza”.
“La rimodulazione dei canoni determinerà un irrobustimento delle entrate nelle casse regionali – ha aggiunto – incrementando canali di finanziamento per progetti decisivi per la comunità umbra. Auspichiamo che il disegno di legge, che ora verrà trasmesso all’Assemblea legislativa per la prosecuzione dell’iter, possa essere approvato definitivamente in tempi celeri, entro la fine dell’anno. Potrà essere così sanato – ha evidenziato – il contenzioso aperto a seguito della normativa con cui la precedente Giunta regionale ha incrementato i canoni, senza legiferare come avrebbe dovuto fare, a causa del quale il 50% degli 8,3 milioni di euro di introiti deve essere ora versato su un fondo rischi. Con la nuova legge regionale queste risorse e quelle aggiuntive che ne deriveranno potranno essere tutte destinate al territorio”.
SCHEDA. In Umbria sono 9 gli impianti che possono essere annoverati fra le grandi derivazioni (con una potenza nominale media di concessione superiore a 3.000 kilowatt), e si trovano per la quasi totalità nella provincia di Terni. Di queste, 7 producono circa il 95% dell’energia e, conseguentemente, dei canoni, con scadenza della concessione nel 2029; le restanti due con concessione già scaduta.
Composto da 27 articoli e suddiviso in 4 Titoli, il ddl regionale “concorre al conseguimento, in un’ottica di sviluppo sostenibile, degli obiettivi relativi alla tutela, al miglioramento e al risanamento ambientale dei bacini idrografici di pertinenza delle concessioni, all’equilibrio delle funzioni ecosistemiche, nonché all’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili, in coerenza, tra l’altro, con gli obiettivi di riduzione della produzione di energia da combustibili fossili”.
La Giunta regionale viene autorizzata ad incrementare, dal 2023, la quota dei canoni attribuiti annualmente ai Comuni territorialmente interessati dalle grandi derivazioni idroelettriche (Terni, Narni, Cerreto di Spoleto, Baschi ed Alviano) fino al 35 per cento della componente fissa dei canoni introitati nell’anno precedente.
Attualmente ai Comuni vengono erogati complessivamente 2 milioni di euro derivanti dai canoni: 400mila euro per il finanziamento delle attività di pronto intervento idraulico e di primo intervento urgente su tutto il territorio regionale e i restanti 1,6 milioni ripartiti fra i 5 Comuni sulla base della popolazione censita.
A decorrere dal 2023, una quota del 2,5 per cento degli introiti relativi alla componente fissa dei canoni è destinata a finanziare le misure del Piano di tutela delle acque mirate alla tutela e al ripristino ambientale dei corpi idrici regionali, e alle attività di accertamento e riscossione dei canoni medesimi.