“Chi vuole che giri alle 18? I cinghiali! Il Coronavirus per caso ha orari?!”. Gianfranco Vissani non le manda a dire, come suo solito, dopo le nuove imposizioni governative legate al tentativo di contenere i contagi della pandemia. Lo chef umbro non ha mai lesinato critiche sull’operato del governo ed anzi aveva già espresso la sua contrarietà nei confronti dei vari decreti che si sono succeduti sin dal lockdown della scorsa primavera. Al punto – era lo scorso maggio – di riconsegnare simbolicamente le chiavi dei suo ristorante di Baschi – “Casa Vissani” – al sindaco della località dell’Orvietano, Damiano Bernardini. “Non l’ho riaperto e non so quando lo farò”, aveva dichiarato lo chef stellato, ribadendo l’impossibilità di far ripartire l’attività alle condizioni imposte, prima fra tutte il mantenimento delle distanze di sicurezza in cucina. Poi però, in estate, aveva riaperto, così come aveva inaugurato il nuovo ristorante al centro di Roma, il cui taglio del nastro era stato in un primo momento rinviato, proprio nel pieno del lockdown, per poi comunque andare in scena regolarmente. Ora arriva questo nuovo decreto, che Vissani ovviamente mal digerisce. “Non capisco perché il Governo faccia questo tipo di scelte che penalizzano la nostra categoria, già duramente colpita – spiega ancora -. Capisco che la decisione trae spunto dal parere dell’Istituto Superiore di Sanità, ma andava tenuto presente che gli operatori del settore già sono allo stremo per tutto quanto si è vissuto nei mesi scorsi. Questo provvedimento rischia di dare il colpo di grazia”.