“A luglio del 2023 sono stato tra i
primi sindaci d’Italia a registrare la nascita di un bimbo che
aveva due mamme, una quella biologica e l’altra intenzionale
come viene definita. Si è trattato di una splendida giornata
dove ho avuto il piacere di conoscere una coppia di persone
perbene, mosse dall’amore verso il loro figlio. Ora apprendo con
piacere che la Corte Costituzionale, su sollecitazione del
Tribunale di Lucca, ha dato ragione al sottoscritto e a tutti
quei sindaci che hanno voluto dare già alla nascita una famiglia
definita al bambino”: così il sindaco di Terni, Stefano
Bandecchi, dopo il pronunciamento della Consulta che ha
dichiarato incostituzionale vietare il riconoscimento di un
figlio, nato in Italia grazie alla procreazione medicalmente
assistita praticata all’estero, da parte di entrambe le madri di
una coppia omosessuale.

Nel caso di Terni, il bimbo nato a fine luglio 2023, era
stato iscritto allo stato civile dopo essere venuto alla luce da
una coppia di donne unite civilmente, residenti nella stessa
città umbra.

“Come sindaco – aggiunge Bandecchi – mi sono assunto una
responsabilità importante perchè allora le interpretazioni sulla
normativa andavano nella direzione che un figlio di due genitori
dello stesso sesso, nati in Italia, non potesse essere iscritto
allo stato civile con doppia genitorialità. Allora la prassi era
di iscrivere un solo genitore e magari procedere con l’adozione
per il secondo. Sono sempre più convinto, da uomo liberale e
pragmatico, che non spetti a me entrare in disamine di tipo
ideologico e forse neanche di tipo giuridico. All’epoca ho
preceduto a quel tipo di iscrizione mosso dall’intento di dare
risposte concrete a problemi reali, che riguardano due mie
concittadine e che più in generale attengono il diritto alla
cittadinanza e alla famiglia di un minore”.

“Ho voluto tutelare un minore – spiega – in quanto senza
iscrizione allo stato civile vengono meno tutti quei diritti che
sono, giustamente, assicurati ad ogni altro bambino,
dall’assistenza sanitaria, alla identità, alla famiglia”.