“Sarebbe stato uno spettacolo spassoso, se non fosse stato abbastanza triste, quello di una certa politica, molto povera, che, durante il consiglio comunale aperto di ieri, a Terni, sul passaggio di proprietà delle acciaierie, si dilettava a rilevare l’assenza della Regione, anche quando il sottoscritto era palesemente visibile e presente, in attesa di prendere la parola.
C’è chi ha discettato di politica industriale internazionale, chi ha ripetuto per la centesima volta concetti noti e stranoti, mentre la Regione, modestamente rappresentata dal sottoscritto, piuttosto che ripetere a pappagallo cose fritte e rifritte, lette e rilette in questi mesi, si è permessa di informare la città su progetti inediti, su iniziative solo in parte conosciute, su notizie che attengono strettamente ai problemi che hanno avuto da sempre le acciaierie, quali quelli ad esempio della logistica, delle infrastrutture, dei collegamenti ferroviari internazionali e verso il porto di Civitavecchia. Infrastrutture che andranno a fluidificare in modo deciso i flussi di traffico, anche cittadini, migliorando la qualità della vita di tutti. I fattori localizzativi sono da sempre un po’ il punto debole di una collocazione della gloriosa “Terni – Società per l’industria e l’elettricità” che, nata proprio alla fine dell’800 per preservare la nostra industria da attacchi esterni, si è poi vista penalizzare proprio per la sua ubicazione. La Regione vuole un’acciaieria più forte e competitiva, più green, esattamente come è nei desiderata dei cittadini, e sta lavorando a tutti i livelli, dalla Presidente Tesei a tutti gli assessori, per favorire un piano industriale sfidante ed ambizioso che possa riportare serenità nelle famiglie, nuove potenzialità, per la città e per tutta l’Umbria cui dà un contributo determinante. Trasformare un’assemblea pubblica che aveva questo obiettivo in una sorta di lamento di varie prefiche dà il senso di una politica che deve ancora crescere molto per meritare la stima dei cittadini che preferiscono progetti seri, investimenti importanti, soluzioni ai problemi e non piccoli bisticci da pollaio. Invito tutti i cittadini ad ascoltare la registrazione in streaming dei vari interventi e giudicare in modo autonomo l’apporto di chi ha parlato, il contributo allo sviluppo, quando c’è stato e da parte di chi è avvenuto. Quanto al fatto che in una pubblica amministrazione, in cui c’è l’accentramento della corrispondenza, che una lettera non venga recapitata a tutti gli interessati può anche accadere, più di rado possibile.
Credo però che ciò che più conta sia la sostanza del lavoro che si sta producendo, su cui rivendico, senza ombra di dubbio, grande impegno e risultati che, ribadisco, storici. Ai poveri di spirito, ai menagrami, a chi continua ad avvelenare i pozzi scommettendo sugli errori di questa giunta regionale invito, come ho fatto ieri con il mio intervento in consiglio di tredici minuti, improvvisato all’ultimo minuto, a riflettere. Ho partecipato al consiglio per un’ora intera, fino al termine dei lavori, e non “in extremis”, come qualche giornalista riferisce, esattamente dal momento in cui un consigliere di FdI mi ha avvertito di quanto stava accadendo e mi sono precipitato a collegarmi come era mio dovere istituzionale, politico e civico. Spero che il mio appello conclusivo sulla necessità di alzare il livello del confronto cittadino, vivacizzandolo sulla sostanza piuttosto che sul battibecco fine a se stesso, venga recepito da tutti coloro che, con buona volontà, preferiscono la serietà alla caciara, l’amore per la propria comunità alla vuota declamazione del nulla. Invito ad ascoltare intervento per intervento e giudicare a mente libera”.
Così, in una nota, Enrico Melasecche, assessore regionale