Si è conclusa la conferenza Stato-Regioni per la definizione di un dpcm quanto più concertato con gli enti locali. Un collegamento fiume, per cercare di far quadrare le decisioni ma sembra esserci stata grande difformità di vedute fra i governatori regionali e il governo.
I dati allarmanti degli ultimi bollettini, con picchi da record anche in Umbria, hanno messo d’accordo praticamente tutti i presidenti delle regioni nella richiesta univoca di chiusura temporanea delle scuole.
Tutti contro la ministra Azzolina
Da par suo, la ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, intervenuta durante il collegamento, ha voluto difendere la sua posizione circa il mantenimento della didattica in presenza, per la quale sono state investite risorse economiche e strategiche.
Una presa di posizione netta, giudicata pressoché fuori luogo dai governatori regionali che, all’unanimità, hanno rilevato grandi criticità nella gestione dei pienoni nei trasporti per gli studenti. Se il governo non dovesse rivedere la propria posizione sulla scuola, i presidenti delle giunte regionali hanno minacciato di procedere in autonomia.
Una certa auonomia decisionale è stata comunque garantita dal ministro per gli Affari Regionali Boccia, che ha promesso una elasticità di intervento all’interno del dpcm.
La Tesei riflette in autonomia
Tuttavia, la presidente Tesei sembra stia facendo valutazioni basandosi sui dati relativi ai contagi che nelle ultime ore sta aumentando esponenzialmente nella fascia di età che va dai 14 ai 30 anni (che costituisce circa il 70 per cento degli attuali positivi in Umbria).
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Una considerazione fondata sui numeri, che potrebbe indurre la governatrice, al di là dei dettami del prossimo dpcm che verrà illustrato da Conte alle ore 20.00 di domenica 18 ottobre, a dare un’ulteriore giro di vite proprio sull’organizzazione scolastica, sulle attività sportive, sulla movida e sul flusso di persone in ambienti pubblici ad alta concentrazione (come, ad esempio, i centri commerciali).