Mercoledì mattina la cerimonia di posa, con autorità, scienziati e studiosi di calibro internazionale
GUBBIO (24/07/2023) – Un riferimento mondiale per tutta la comunità scientifica, ora certificato anche grazie all’attribuzione del Golden Spike, il “Chiodo d’oro”, che mercoledì 26 luglio porterà la Gola del Bottaccione, a Gubbio, sotto i riflettori di tutti i media e gli scienziati del mondo. La cerimonia di messa in posto del “Golden Spike” al Bottaccione riconoscerà uno strato di roccia della Gola quale riferimento mondiale datato 83,6 milioni di anni fa. Più precisamente, il Chiodo d’oro che verrà posato a Gubbio rappresenta l’espressione fisica del limite tra Santoniano e Campaniano, rispettivamente il quarto e il quinto dei sei piani cronostratigrafici nei quali è suddivisa la parte superiore del Periodo Cretacico, come ha stabilito un team internazionale di ricerca che si occupa specificatamente di definire e tenere aggiornata la scala cronostratigrafica internazionale, ovvero il calendario degli eventi geologici della Terra. Dopo aver preso in esame le caratteristiche paleontologiche, fisiche e chimiche delle rocce di diversi siti geologici sparsi nei vari continenti, il team internazionale ha proposto alla Commissione internazionale di stratigrafia di riconoscere la Gola del Bottaccione come la migliore località al mondo per definire la base del Campaniano, e tale proposta è stata formalmente ratificata dall’Unione Internazionale delle Scienze Geologiche nell’ottobre scorso.
Il Golden Spike verrà messo in posa con una cerimonia cura dell’International Union of Geological Sciences, del Comune di Gubbio e del’International Commission on Stratigraphy e vedrà la partecipazione di Filippo Stirati, sindaco di Gubbio, Stefania Proietti, presidente della Provincia di Perugia, Paola Agabiti, assessore alla Cultura e Turismo della Regione dell’Umbria, Maurizio Olivero, Rettore dell’Università di Perugia, Giorgio Calcagnini, Rettore dell’Università di Urbino e una ricchissima lista di scienziati e speakers provenienti da tutto il mondo (vedi programma della giornata nell’allegato in fondo).
L’appuntamento è per mercoledì alle 10,30 al Complesso di San Benedetto, a Gubbio, dal quale poi, al termine delle relazioni degli scienziati e dei professori presenti, è previsto un trasferimento alla Gola del Bottaccione per la cerimonia vera e propria, curata da Rodolfo Coccioni, Marco Menichetti e Alessandro Montanari, docenti presso l’Università di Urbino. “Questa attribuzione di un GSSP nella Gola del Bottaccione aggiunge valore a un geosito dalle mille potenzialità – spiegano – in primo luogo si tratta di un inossidabile riferimento internazionale per le Geoscienze; in secondo luogo, si aggiunge alle altre particolarità storiche presenti lungo la Gola, come l’acquedotto, l’Eremo di S. Ambrogio e i mulini, che permettono di percorrere itinerari che consentono di conoscere una parte importante della storia del nostro Pianeta, ma anche di comprendere come l’uomo ha saputo rapportarsi nel corso di secoli con la natura. L’inserimento da parte dell’Unione Internazionale delle Scienze Geologiche della Gola del Bottaccione nella lista dei primi 100 geositi mondiali è un riconoscimento importante per tutti quelli che nei decenni hanno studiato e valorizzato a vario titolo la geologia e la storia della Gola”.
“L’inserimento da parte dell’Unione Internazionale delle Scienze Geologiche della Gola del Bottaccione nella lista dei primi 100 geositi mondiali e l’attribuzione del Chiodo d’Oro – sottolinea il primo cittadino di Gubbio Filippo Stirati – sono riconoscimenti fondamentali per tutti coloro che nei decenni hanno studiato e valorizzato a vario titolo la geologia e la storia della Gola, e vanno nella direzione di una sempre più necessaria valorizzazione scientifico-culturale di questo importantissimo sito. Questa giornata arriva anche a coronamento di un rapporto molto intenso, quale quello che come amministrazione stiamo coltivando, con l’Università di Perugia e con quella di Urbino, proprio in virtù dell’alto valore scientifico, culturale, sociale ed educativo che il Bottaccione rappresenta”.
Oggi, oltre alle numerose nuove ricerche geologiche in corso, c’è un gruppo di studio, coordinato dal professor Marco Menichetti, che sta lavorando con l’obiettivo di far riconoscere il geosito della Gola del Bottaccione come “Unesco Global Geopark”, proprio per l’alto valore scientifico, culturale, sociale ed educativo che essa rappresenta.
APPROFONDIMENTO: LA GOLA DEL BOTTACCIONE
La Gola del Bottaccione, localizzata poco a nord di Gubbio, è un geosito noto a livello mondiale da oltre un secolo, non solo alla comunità scientifica. Lungo i versanti della Gola affiorano con continuità rocce derivate da sedimenti costituiti principalmente dai resti di microrganismi unicellulari calcarei, oggi fossilizzati, che nel corso del tempo si sono depositati in un ambiente marino profondo, in un intervallo temporale che si estende tra 160 e 10 Ma, quando la configurazione degli oceani e delle terre emerse era molto diversa dall’attuale. L’intera sequenza di queste rocce sedimentarie ben esposte nella Gola del Bottaccione ha uno spessore di oltre 1500 m e ogni strato di roccia conserva al proprio interno minerali e fossili caratteristici del proprio tempo. Attraverso analisi geologiche interdisciplinari è possibile ricostruire in dettaglio le condizioni ambientali e gli eventi che hanno interessato questo oceano e indirettamente anche quanto accaduto sulla terraferma. Le rocce di colore rossastro, conosciute come Scaglia Rossa, che caratterizzano la parte alta della Gola del Bottaccione contengono al loro interno dei minerali ferromagnetici che al momento della loro deposizione hanno registrato l’intensità e la direzione del campo magnetico terrestre, incluse le inversioni dei poli magnetici. E proprio in corrispondenza di una di queste inversioni, conosciuta come C34n/C33r, il team internazionale di ricerca ha stabilito di posizionare la base del Campaniano.
Uno degli eventi principali che contraddistinguono la storia della Terra è certamente quello legato all’estinzione di massa avvenuta 66 milioni di anni fa, con la scomparsa dei dinosauri e tante altre specie viventi a causa dell’impatto di un colossale asteroide con la Terra. Questa teoria è stata sviluppata alla fine degli anni ‘70 del secolo scorso grazie a un gruppo internazionale di geologi, che studiando proprio le rocce della Gola del Bottaccione, ha rilevato in un sottile strato d’argilla un’importante anomalia nella concentrazione di iridio. Negli strati di roccia questa estinzione di massa è registrata in un punto preciso della Scala Cronostratigrafica Internazionale, quello che marca la fine dell’Era Mesozoica e l’inizio di quella Cenozoica ed è comunemente conosciuto come limite K/Pg (acronimo di Cretacico/Paleogene). Le eccezionali caratteristiche geologiche delle rocce della Gola del Bottaccione che con straordinaria regolarità e continuità hanno registrato per diverse decine di milioni di anni gli eventi della storia della Terra, hanno consentito al team internazionale di ricerca coordinato dal Andy Gale, professore dell’Università inglese di Portsmouth, e composto da diversi ricercatori italiani, tra cui Rodolfo Coccioni, professore onorario dell’Università di Urbino, di proporre l’attribuzione del Golden Spike al GSSP (acronimo di Global Stratotype Section and Point) della base del Campaniano.
APPROFONDIMENTO: IL GOLDEN SPIKE DEL GSSP DEL CAMPANIANO
Le Sezioni e Punti Stratigrafici Globali sono singolari affioramenti di rocce che, sulla base di informazioni relative alle caratteristiche paleontologiche, fisiche e chimiche, consentono di definire precisamente un limite tra due età geologiche, in corrispondenza del quale viene piantato fisicamente un caposaldo, il Golden Spike. Il “Chiodo d’oro” che verrà installato nella Gola del Bottaccione alla base del Campaniano è solo l’ultimo degli 80 Golden Spikes già definiti nella Scala Cronostratigrafica Internazionale. Si tratta quindi di un ulteriore punto di riferimento universale della Scala Cronostratigrafica Internazionale che suddivide la storia della Terra che come noto, inizia 4,567 miliardi di anni fa. Questa scala è una sorta di calendario dove il tempo non è suddiviso per anni, mesi, settimane e giorni, ma è misurato in milioni di anni, nominato e suddiviso in Ere geologiche che vanno dall’Archeano al Cenozoico, a loro volta suddivise a scala gerarchica decrescente in Periodi (quelli del Mesozoico sono il Triassico, il Giurassico e il Cretacico), Epoche e Piani. Nello specifico, il Periodo Cretacico, che inizia 145 Ma e termina 66 Ma, è suddiviso in un’Epoca Inferiore (da 145 a 100 Ma) e in un’Epoca Superiore (da 100 a 66 Ma), ciascuna delle quali è ulteriormente suddivisa in sei Piani. Queste suddivisioni sono definite soprattutto sulla base di particolari eventi a scala planetaria e sulla comparsa o scomparsa di fossili specifici.
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