“Serve maggiore attenzione dal governo nazionale attraverso un incremento nella disponibilità di agenti e mezzi a disposizione”. È questo il grido d’allarme lanciato dalla sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, durante il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica tenutosi oggi. La prima cittadina ha posto l’accento sull’emergenza sicurezza che attanaglia il capoluogo umbro, con particolare riferimento alla zona di Fontivegge, vera spina nel fianco dell’amministrazione comunale.
“Urgente la nomina del nuovo Prefetto”, incalza Ferdinandi, sottolineando la necessità di una programmazione stabile che possa affrontare le criticità con interventi strutturali e non solo emergenziali.
Ma a ben vedere, il paradosso è tutto politico: Perugia vanta la presenza del sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco, figura che dovrebbe rappresentare un ponte diretto con Roma per le istanze del territorio. Se non lui, chi altro potrebbe battersi efficacemente per garantire più sicurezza a Perugia e all’intera Umbria?
La realtà è che i sindaci, pur trovandosi in prima linea a incassare le critiche dei cittadini sulla scarsa sicurezza, hanno strumenti limitati a loro disposizione. Il vero potere decisionale risiede a Roma, dove si definiscono le leggi di pubblica sicurezza e si stabilisce la distribuzione delle forze dell’ordine sul territorio. Una partita che si gioca ben oltre i confini comunali, ma che questa volta vede un perugino seduto proprio al tavolo che conta.