di Franco Raimondo Barbabella

Correvano i centocinquant’anni dalla nascita di Maria Montessori, nella giornata di ieri lunedì 31 agosto, autrice di quella straordinaria rivoluzione pedagogica che si identifica con il Metodo e con le scuole che portano il suo nome e che per questo hanno al centro il bambino e la sua educazione nel segno della libertà.

Il suo motto “Aiutami a fare da solo”, mentre è la sintesi perfetta dei suoi principi pedagogici e della sua concreta strategia educativa, può essere assunto oggi come proprio principio ispiratore dal personale della scuola, che è chiamato ad una prova di straordinario valore professionale e civile.

Infatti, senza voler esagerare e soprattutto senza spirito polemico, va detto che, nonostante una mobilitazione di energie che, data la situazione, non si era mai vista prima, il nuovo anno inizia oggettivamente in condizioni di tale incertezza che solo il senso di responsabilità e l’esercizio delle competenze professionali e civiche del personale della scuola potrà dare ai nostri giovani il migliore servizio educativo realisticamente possibile.

Ben altri e di ben altra natura e spessore avrebbero dovuto essere in primo luogo sentimento e atteggiamento e poi impostazione, sforzo e azione, delle classi dirigenti se si voleva, come ora si dice, riaprire per tutti in sicurezza affidando alla scuola finalmente quel ruolo centrale che non ha mai avuto per la ripartenza del Paese. Ciò purtroppo non è, e saremo ancora una volta in piena logica emergenziale.

Addirittura si è fatto della scuola un terreno di scontro politico con sovraesposizione mediatica quando avrebbe dovuto essere esattamente il contrario. A questo dovrà sopperire la saggezza e la professionalità innanzitutto dei dirigenti e del corpo docente. E ci sarà bisogno di un clima non solo sereno ma pronto ad accettare cambiamenti di situazione e di organizzazione. Non sarà per niente facile. In questo avranno un compito essenziale di collaborazione fattiva i genitori e gli Enti Locali.

Per tutte queste ragioni è intellettualmente e moralmente significativo e utile l’esempio di Maria Montessori nelle circostanze in cui oggi si inizia un nuovo anno, che è difficile immaginare come si svilupperà da qui al prossimo luglio, ma che richiama, come detto, di attestarsi sulle punte più alte dell’elaborazione pedagogica, della competenza disciplinare e didattica, della disponibilità umana e del senso civico. Di ognuno e di tutti.

“Aiutami a fare da solo” dunque, non nel senso della chiusura individualistica, ma nel senso opposto, di una comunità che a tutti i livelli si organizza per rendere possibile un esercizio alto delle proprie responsabilità per ciascuno nel proprio ruolo. Autonomia come responsabile esercizio del compito. Al centro ciascun giovane. L’occhio rivolto al suo diritto di crescere come essere libero e consapevole, soggetto di diritti e di doveri. Soggetto dotato dei mezzi morali e intellettuale per stare nel mondo con la testa alta e il cuore aperto.

ADi, l’Associazione dei docenti e dirigenti italiani che da molti anni sostiene la necessità del rinnovamento del sistema scolastico nel segno della qualità, che agisce in tal senso avendo come riferimento le migliori esperienze internazionali, e che anche nelle straordinarie circostanze create dalla pandemia ha dato per tempo le sue indicazioni operative per fornire il migliore servizio possibile, oggi invita tutti semplicemente a rimboccarsi le maniche di fronte ad un compito storico eccezionale: fare della scuola la punta di diamante per la ripartenza del Paese.

ADi dunque, mentre saluta e augura buon anno di sereno e proficuo studio agli studenti, è a fianco dei dirigenti, dei docenti, del personale della scuola, e di tutti coloro che a diverso titolo sposeranno questa come missione di civilizzazione nell’attuale momento storico.

 



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