L’annuncio in anteprima, Mauro Bartolini: «Il parco tra pochi anni raddoppia»
La ricerca del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale sui benefici del parco urbano: quanta anidride carbonica stocca e quanto ossigeno emette in una città che segna il record di riscaldamento
Perugia – Il Barton Park fa bene all’ecosistema della città, stoccando anidride carbonica e assorbendo le polveri inquinanti. È quanto risulta da una ricerca condotta dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale nell’ambito del progetto europeo Life Clivut, che mira ad accrescere la consapevolezza di pianificatori pubblici, cittadini, giovani e imprenditori sui benefici ecosistemici che il verde urbano genera, al fine di massimizzare gli effetti utili alla lotta al cambiamento climatico. Una ricerca dell’Università degli studi di Perugia presentata il 22 aprile in occasione della “Giornata della Terra”, istituita dalle Nazioni Unite e che dal 1970 si celebra ogni anno a distanza di un mese e un giorno dall’equinozio di primavera.
Un apporto destinato ad aumentare: tra pochi anni il Barton Park raddoppia, entrando in connessione con il percorso verde Leonardo Cenci.
In base allo studio, i due ettari (su tre) di superficie ricoperta da vegetazione del Barton Park “regalano” aria pulita e offrono una serie di servizi ecosistemici utili a tutti, come l’assorbimento di anidride carbonica, l’accumulo di Pm10 (il particolato aerodisperso, le polveri sottili causa dell’inquinamento), oltre ad assicurare un effetto raffrescamento.
Lecci, carpini, gelsi, roverelle e pini domestici, in un’ampia varietà di specie arboree autoctone e naturalizzate, insieme al resto della ricca flora che fa da cornice a un percorso pedonale di 1.200 metri completamente privo di barriere architettoniche, hanno catturato solo nel 2019 quasi 34mila grammi di Pm10 e stoccato oltre 47 tonnellate di anidride carbonica: si stima che arriveranno a stoccarne oltre 140 tonnellate nel 2029 e quasi 450 nel 2049. Inoltre, l’anidride carbonica sequestrata in un anno dalla sola superficie a prato è pari a 5,55 tonnellate, mentre la quantità di particolato assorbita si avvicina ai 60 chili.
Secondo la ricerca, per capire meglio i numeri, l’anidride carbonica stoccata nel 2019 equivale a quella emessa per produrre circa 5 milioni di bottiglie di plastica e tra 10 anni si stima che sarà pari a circa il triplo, con una quantità di Pm10 abbattute nel solo 2019 che corrisponde a oltre 1.200 chilometri percorsi da un’auto diesel in un anno.
Numeri, insomma, rilevanti che sono stati forniti e commentati durante la presentazione nella sala meeting del Green Business Center del Barton Park da Mauro Bartolini, cofondatore del Gruppo Barton; Otello Numerini, assessore all’Ambiente e Aree verdi del Comune di Perugia; Marco Fornaciari da Passano e Fabio Orlandi, docenti di Botanica Ambientale e Applicata del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Unipg.
«Siamo orgogliosi di quanto fatto da quando 10 anni fa abbiamo immaginato questo progetto – ha detto Mauro Bartolini -. Tutti ci chiedono il perché di questo investimento e io rispondo così: è la più bella e potente operazione di marketing che un’azienda può fare. La nostra è un’operazione durevole, non liquida. È un’operazione che definirei eterna, un’emozione continua che sprigiona una potente energia positiva. E quello che abbiamo fatto noi, lo possono fare tutte le imprese: prima di stendere un metro quadrato in più di bitume ci si deve pensare: ne siamo già sufficientemente sovraccarichi. Prima di costruire probabilmente è bene capire se c’è da recuperare qualcosa che già esiste».
«Grazie al Gruppo Barton e all’Università degli studi di Perugia che ci stanno aiutando a fare bella la nostra città – ha sostenuto l’assessore Otello Numerini -. La partecipazione di Perugia al progetto europeo è qualcosa di unico, per diffondere la consapevolezza dell’importanza del verde e delle alberature. Per cui colgo e rilancio l’invito di sensibilizzare soprattutto le aziende ad aiutare noi e tutta la città».
«Questo progetto – ha ricordato nel suo intervento il professor Fornaciari da Passano – è la sintesi di un’esperienza che portiamo avanti da numerosi anni, una sintesi di quello che abbiamo imparato e in cui abbiamo sempre creduto: l’importanza del verde per la nostra vita. Life Clivut indica il valore ambientale degli alberi in ambito urbano, per cui c’è la necessità di fornire misure e quantificazioni. Per dare conto di quanto il verde contribuisca alla mitigazione dei cambiamenti climatici, con un effetto raffrescamento che ha la capacità di ridurre il nuovo caldo che sta aumentando. Perugia, per esempio, proprio in questi giorni è risultata la città con l’andamento di crescita maggiore del riscaldamento, con un aumento significativo di 2 gradi. Per questo le aree verdi sono importanti e il Barton Park è un esempio concreto di anticipazione degli obiettivi del progetto, per ridurre gli effetti del cambiamento climatico».
Il professor Fabio Orlandi ha infine ribadito i numeri e le quantificazioni degli effetti benefici del Barton Park, compresa la quantità di «ossigeno emesso in atmosfera grazie ai processi fotosintetici: a oggi le pianti presenti nel parco emettono 15 tonnellate di ossigeno ed altrettante sono quelle emesse da parte del prato».
L’incontro è stato l’occasione per dare alla cittadinanza un’anticipazione che cambierà ancora una volta l’identità di Pian di Massiano. «Il Barton Park tra pochi anni raddoppia – ha annunciato a sorpresa Mauro Bartolini -. Lo metteremo in connessione con il percorso verde, grazie a un ponte solo pedonale che unirà le due aree. La crescita di un sogno che accarezziamo da anni e che presto diventerà realtà».
Alla fine dell’incontro è stato inaugurato anche un nuovo cartello, con l’illustrazione dei servizi ecologici che il parco offre alla cittadinanza di Perugia, unica città d’Italia insieme a Bologna a partecipare al progetto Life Clivut, attraverso il censimento arboreo condotto con l’utilizzo dell’app accessibile gratuitamente dal sito www.lifeclivut.eu.