giovedì santo 2023 in cattedrale rito lavanda dei piedi Lo stesso rito l’ha compiuto, in mattinata, in Carcere ad alcune decine di detenute e detenuti. Il presule nell’omelia: che è sterile e rende scontenti»



(UNWEB) Proseguendo l’omelia mons. Maffeis ha commentato: «Quanto è distante questa condizione esasperata (disperata?) dalla serena consapevolezza che Gesù ha di sé: “Sapendo che era venuto da Dio e a Dio ritornava…”. Queste parole sono scritte per noi: siamo venuti da Dio, a Dio apparteniamo e a Dio ritorniamo… È questa è la sintesi, piena di speranza, che la fede cristiana offre della parabola della vita…».

«Il racconto della lavanda dei piedi – ha evidenziato l’arcivescovo – ci rivela fino in fondo l’identità di Gesù. Quando si era invitati a partecipare a un banchetto, sulla porta un servo lavava i piedi per consentire di entrare e di sedersi a tavola con gli altri.  Così, nel suo amore il Signore si abbassa e si fa servo: ci lava dalle nostre sporcizie e ci rende la possibilità di accedere al Padre e di riconoscerci fratelli, comunità, sua Chiesa

«È quanto abbiamo vissuto anche questa mattina, celebrando la liturgia della Parola, nel carcere di Capanne, compiendo il gesto della lavanda dei piedi ad alcune decine di detenute e detenuti in un clima di profondo raccoglimento e di profonda commozione che ti fa sentire che per essere perdonato, a volte, devi davvero toccare il fondo della tua povertà e della tua miseria. Si toccava con mano un bisogno, un desiderio, una disponibilità a far spazio all’amore del Signore e a rialzarsi».

«Questa sera preghiamo per le tante famiglie che sono provate dal terremoto perché fuori casa, e abbiamo invitato alcuni di loro, simbolicamente, per non dimenticarci di questi fratelli e di queste sorelle che celebrano una Pasqua nella difficoltà e nel disagio. Sappiamo cosa sia la mancanza della casa – ha commentato l’arcivescovo, concludendo l’omelia –. Preghiamo per loro e per ciascuno di noi, perché sappiamo lasciarci raggiungere dalla Pasqua del Signore: sarà per ciascuno “l’inizio dei mesi, il primo mese dell’anno”, come richiamava la pagina dell’Esodo; sarà il Capodanno da cui discende l’anno di grazia del Signore…».

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