Il Consiglio ha approvato con 30 voti a favore l’ordine del giorno presentato dalle consigliere Maria Cristina Morbello e Francesca Vittoria Renda del gruppo consiliare Tesei Presidente per l’Umbria, avente ad oggetto: “Velocizzare l’installazione di barriere fonoassorbenti”.
Con sentenza del 14 ottobre 2021 – ha detto Morbello illustrando l’atto – la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha stabilito che nei casi di grave inquinamento acustico viene leso il diritto al rispetto della vita privata e familiare, diritto che comprende l’inviolabilità del domicilio, nonché il diritto a godere della propria abitazione.
La Corte di Strasburgo ha così accolto il ricorso presentato da alcuni cittadini polacchi (che lamentavano l’incremento del traffico, con aumento dell’inquinamento acustico e atmosferico, in una strada vicina alle loro abitazioni) e condannato lo Stato a risarcire i ricorrenti.
La Corte ha analizzato tutti i profili fattuali della vicenda (rumore e fumi causati dai veicoli, i quali disturbavano in tutte le ore del giorno il godimento delle abitazioni, impedendo di aprire le finestre) ed ha accolto il ricorso ritenendo applicabile l’art. 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che impone agli Stati di tutelare e, sopra ogni cosa, di non ledere il diritto al rispetto della vita privata.
In sintesi, per non subire cause e sentenze di condanna, gli Stati europei, tra i quali l’Italia, debbono adottare ogni misura necessaria per limitare l’inquinamento acustico e atmosferico provocato dal traffico.
Questo importante arresto della CEDU è stato seguito da numerosi giudici nazionali che hanno contribuito a valorizzare il diritto all’abitazione sancito dall’art. 8 della Convenzione.
E’ notizia recente – sebbene la situazione sia nota da tempo – quella degli sforamenti di polveri sottili dovuti al traffico a Ponte San Giovanni, località che figura costantemente tra quelle umbre più inquinate dal punto di vista acustico e atmosferico.
Ebbene, anche alla luce della predetta sentenza della Corte di Strasburgo, lo Stato italiano, con i suoi organi, ha l’obbligo di mettere in campo ogni misura per tutelare il diritto al rispetto della vita privata e il diritto al godimento dell’abitazione dei residenti di Ponte San Giovanni.
Il Consiglio comunale è molto sensibile alle esigenze manifestate dai cittadini sul tema in discussione, ma nonostante gli atti approvati ad oggi Anas non ha ancora avviato i lavori di installazione delle barriere fonoassorbenti.
Per questa ragione, l’atto impegna sindaco e giunta a sollecitare Anas al fine di velocizzare l’installazione delle barriere antirumore e pannelli fonoassorbenti lungo la superstrada nei pressi dei centri abitati di Ponte San Giovanni e Collestrada, nell’attesa dell’auspicata spedita realizzazione del Nodo di Perugia.
La consigliera Elena Ranfa (PD) ha riferito che il problema esposto è molto sentito dalla popolazione di Ponte San Giovanni, tanto che già nel lontano 2022 venne costituito un comitato per chiedere la realizzazione delle barriere antirumore. Più volte questo tema è stato affrontato in Consiglio, anche in virtù di odg proposti dal pd, ma senza avere mai da Anas rassicurazioni sulla realizzazione dell’opera. Da ultimo, infatti, è stato riferito che le barriere verranno posizionate solo quando si procederà con l’esecuzione dei grandi interventi (nodo-nodino-raddoppio delle rampe) ipotizzati sulla superstrada. Ciò preoccupa perché si tratta di opere complesse che richiederanno tempi di realizzazione molto lunghi, condannando i cittadini a sopportare i disagi ancora a lungo.
Il consigliere di FI Michele Cesaro ha evidenziato come questa istanza rappresenti una necessità reale che riguarda il quartiere più popoloso della nostra città, posto lungo un’arteria di livello nazionale. Serve, quindi, da parte di Anas un’attenzione particolare che dovrà essere messa in pratica in tempi ragionevoli. Cesaro ha tuttavia ricordato che tra le opere prioritarie indicate dal Consiglio comunale tempo fa in un odg approvato siano state inserite il potenziamento dello svincolo di Ponte San Giovanni (raddoppio delle rampe) ed il nodo di Perugia. E’ naturale pertanto che Anas ritenga di procedere con le opere complementari (come le barriere) solo in occasione di questi più ampi interventi.
Per Cesaro, comunque, è giusto mettere in campo tutte le azioni utili per mitigare i disturbi ed i disagi che i ponteggiani sono costretti da tempo a subire. E’ per questo che in commissione è stato riferito ad Anas quali siano le necessità per Perugia: riqualificare un’arteria di livello nazionale come la E45 ma anche, ed in tempi più brevi possibile, tutelare la qualità della vita dei residenti lungo il percorso della strada.
Per la capogruppo del M5S Francesca Tizi l’odg ha il merito di accogliere le richieste degli abitanti di Ponte San Giovanni che hanno il diritto sacrosanto di godere di una buona qualità della vita. Riagganciandosi al dibattito sul nodo di Perugia, Tizi ha spiegato come durante il consiglio Grande sul tema sia emersa da parte della cittadinanza una indicazione su tutte, ossia la necessità di risolvere il problema del traffico che attanaglia la città, ma senza dimenticare il rispetto della qualità della vita delle persone.
Il tema della realizzazione delle barriere antirumore è antico e merita accoglimento, ma le prospettive non sembrano buone; dal dibattito in commissione, infatti, è emerso da parte di Anas che molte opere non sono ancora finanziate e ciò rappresenta un ostacolo rispetto alle dichiarazioni d’intenti nonché un modo per procrastinare nel tempo la tutela del diritto alla salute della gente.
Per Tizi approvare oggi l’odg rappresenta un atto dovuto, ma per i cittadini non ci sarà comunque alcuna garanzia. Infine la capogruppo è tornata a criticare con forza le politiche sulla mobilità dell’attuale Amministrazione rea di non aver dato corso a progetti reali per disincentivare il trasporto su gomma.
Per il capogruppo della Lega Lorenzo Mattioni occorre tenere separato questo odg con il progetto relativo alla realizzazione del primo stralcio del nodo di Perugia, pur essendo le due opere potenzialmente collegate. L’auspicio, infatti, è che la realizzazione delle barriere fonoassorbenti possa concretizzarsi nel più breve tempo possibile senza attendere il completamento dei lavori di potenziamento della E45. Ciò in quanto tali soluzioni sono state richieste dai cittadini da oltre 20 anni senza trovare mai accoglimento.
Oggi, pertanto, è giusto sostenere l’odg rafforzando un indirizzo che prevede questa possibilità di anticipazione rispetto all’opera viaria.
Paolo Befani (FdI) ha ricordato di aver posto ad Anas alcuni quesiti in commissione in ordine ai tempi di realizzazione di questa soluzione e sulle garanzie relative al mantenimento dello svincolo di via Adriatica. Il rappresentante di Anas ha confermato ciò ribadendo che è nelle intenzioni dell’azienda procedere al raddoppio delle rampe del raccordo con contestuale apposizione delle barriere antirumore. Ciò consente di guardare al futuro con spirito positivo auspicando che, anche grazie all’approvazione di questo odg, la realizzazione delle barriere possa essere anticipata.
Per il capogruppo di IPP Fabrizio Croce l’odg va sostenuto perché tutela il diritto alla salute dei cittadini di Ponte San Giovanni, un diritto sacrosanto che viene rivendicato da oltre 20 anni. Pertanto non è opportuno collegare necessariamente la realizzazione delle barriere ai progetti titanici, come nodo o raddoppio delle rampe, i cui tempi di esecuzione saranno lunghissimi. La verità, infatti, è che le barriere si sarebbero dovute realizzare da tempo senza procrastinarle nel tempo a scapito dei cittadini.
La proponente Maria Cristina Morbello ha anche suggerito di cogliere l’occasione per inserire pannelli fotovoltaici sulle barriere e, in chiusura, ha comunque ribadito che lo scopo dell’odg è quello di sollecitare l’installazione delle stesse indipendentemente dai lavori programmati, anche perché interessano zone diverse, a tutela della salute dei cittadini.