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Firenze, 14 gennaio 2020 – Stato di emergenza che prosegue fino al 30 aprile, mentre andrà avanti il divieto di spostamento tra regioni diverse: sono alcuni dei provvedimenti che il governo prenderà con il nuovo dpcm in vigore a partire dal 16 gennaio. Dopo i provvedimenti per le vacanze di Natale e le regole speciali delle Festività, scade anche il vecchio dpcm, quello di dicembre.

Stato di emergenza prorogato fino al 30 aprile – VIDEO

I musei potrebbero riaprire nei giorni feriali nelle regioni in zona gialla. Lo dice il ministro Franceschini intervenendo al convegno online “More Museum” organizzato a Firenze. 

Toti: “Italia sarà quasi tutta arancione”

Stamani «in videoconferenza con i governatori il ministro Speranza ha annunciato il combinato disposto del decreto legge approvato ieri sera e del nuovo Dpcm, che sta per mettere in arancione praticamente tutta l’Italia a partire da domenica con i nuovi parametri». Lo anticipa il presidente della Regione Liguria e vicepresidente della Conferenza delle Regioni Giovanni Toti a Tg2 Italia su Rai 2. «Non credo che gli italiani possano restare con le loro attività chiuse, chiusi in casa e vedere un Governo che traccheggia nella speranza di trovare 7-8 voti al Senato», commenta.

I principali provvedimenti

Scatta quindi il nuovo dpcm, in cui molti provvedimenti del precedente saranno portati avanti. Come ad esempio appunto lo spostamento tra regioni diverse anche gialle, che sarà vietato a meno di ragioni di lavoro o di estrema necessità. E si decidono anche i nuovi colori delle regioni, con la cabina di regia composta da Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità che darà nelle prossime ore i suoi verdetti. I nuovi colori dovrebbero partire da domenica. 

Toscana, ipotesi zona gialla

“Dai dati che leggiamo in questi giorni riteniamo che la Toscana rimarrà in zona gialla”. Lo ha detto il presidente della Regione Eugenio Giani, ospite a Porta a Porta. “Abbiamo poco meno di 3.000 contagiati a settimana contro i 16 mila di qualche settimana fa e questo ci fa ben sperare. Questo il motivo che ci ha permesso di far tornare i ragazzi delle superiori a scuola. Per altro mi sembra che stiamo governando bene la situazione con 329 autobus in più, vigilantes e organizzazioni di volontariato in campo. La scuola non può essere come è stata considerata fino a ora, ovvero motivo della crescita di contagi”. Alla domanda su come la Regione avesse trovato i soldi per l’aumento dei trasporti, Giani ha risposto che “4 milioni li ha messi la Regione, ma noi speriamo ci possano essere rimborsati dal governo attraverso un fondo complessivo”.

Umbria, ipotesi zona arancione

Una delle misure su cui si sta ancora lavorando è l’intervento sugli indici di rischio per ‘facilitare’ l’ingresso in zona arancione delle regioni a rischio alto. L’idea del governo era quella di intervenire sull’incidenza: con 250 casi ogni 100mila abitanti si entrava direttamente in zona rossa. Proposta bocciata dalle Regioni poiché, lo ha detto ieri il presidente della Conferenza Stefano Bonaccini e l’ha ribadito oggi Luca Zaia, penalizzerebbe chi fa più tamponi. «L’incidenza è un fatto scientifico, ma funziona se tutte le Regioni fanno tamponi nella stessa percentuale sulla popolazione» ha sottolineato il governatore del Veneto. L’ipotesi ora sul tavolo è di abbassare la soglia critica del tasso di occupazione delle terapie intensive e dei posti letto in area medica, fissata ora al 30% e al 40%. Sotto quella soglia si entrerebbe in automatico in zona arancione o rossa. E in base all’ultimo monitoraggio l’Umbria potrebbe andare in arancione. 

Liguria arancione? 

Anche la Liguria è a rischio arancione, secondo i calcoli. Sull’ipotesi di considerare il valore dell’incidenza per l’ingresso automatico in zona rossa “c’è stata una netta presa di posizione da parte di tutto il sistema della Regioni perche’ avrebbe potuto provocare un disincentivo allo screening dei tamponi”. Lo ha detto il presidente della Liguria Giovanni Toti in vista del confronto col Governo sul nuovo Dpcm. “E’ una cosa che nessuno di noi vuole, e lo stesso governo lo ha riconosciuto. Posso presagire che si concluderà in un nulla di fatto”, ha aggiunto. Per quanto riguarda invece il passaggio alla zona arancione nei weekend “non c’è ancora una definizione e neanche è arrivata una proposta. E’ solo un’ipotesi”, ha concluso Toti.

Spostamento tra regioni vietato

Lo stop allo spostamento tra regioni non è stato prorogato fino al 5 marzo, come riportava il testo del decreto in entrata al cdm, ma solo fino al 15 febbraio. Il testo conferma fino al 15 febbraio 2021 il divieto già in vigore di ogni spostamento tra Regioni o Province autonome, con l’eccezione di quelli “motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione”.

Stato d’emergenza fino al 30 aprile

Il Consiglio dei ministri ha deliberato la proroga, fino al 30 aprile 2021, dello stato d’emergenza dichiarato in conseguenza della dichiarazione di ”emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale” da parte della Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Il testo proroga, al 30 aprile 2021, il termine entro il quale potranno essere adottate o reiterate le misure finalizzate alla prevenzione del contagio ai sensi dei decreti-legge n. 19 e 33 del 2020.

Come spostarsi verso altre abitazioni private

Dal 16 gennaio 2021 e fino al 5 marzo 2021, sull’intero territorio nazionale è consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata, tra le 5 e le 22, a un massimo di due persone ulteriori a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che con loro convivono. Tale spostamento può avvenire all’interno della stessa Regione, in area gialla, e all’interno dello stesso Comune, in area arancione e in area rossa, fatto salvo quanto previsto per gli spostamenti dai Comuni fino a 5mila abitanti. Qualora la mobilità sia limitata all’ambito territoriale comunale, sono comunque consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5mila abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.

In vigore la zona bianca

Il Governo istituisce una cosiddetta area ”bianca”, nella quale si collocano le Regioni con uno scenario di ”tipo 1”, un livello di rischio ”basso” e una incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti. In area ”bianca” non si applicano le misure restrittive previste dai decreti del presidente del Consiglio dei ministri (dpcm) per le aree gialle, arancioni e rosse ma le attività si svolgono secondo specifici protocolli. Nelle medesime aree possono comunque essere adottate, con dpcm, specifiche misure restrittive in relazione a determinate attività particolarmente rilevanti dal punto di vista epidemiologico.

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