Attori, registi, autori, danzatori, musicisti, circensi, tecnici, un plotoncino con un lungo elenco di cose da dire: non sei mesi di sopravvivenza ma una vita di difficoltà. Una delegazione tanto variegata quanto contenuta nel numero (per motivi di emergenza sanitaria il 30 ottobre si è raccolta ai giardini Carducci di piazza Italia in rappresentanza di un comparto che in Umbria conta 5 mila lavoratori messi in ginocchio dal Covid ma anche “da una endemica mancanza di riconoscimenti e tutele”.

“Non per lavorare a tutti i costi ma per lavorare con tutti i diritti” racconta il cartello che ha in mano Giulia Zeetti. Attrice, autrice e regista perugina, militante nella compagnia dei giovani dello Stabile dell’Umbria, madre di due bambini e moglie. Con lei c’è il marito, Massimiliano Burini, lo stesso lavoro, fondatore della compagnia Occhisulmondo. Quarantenni spaesati per l’impossibilità di lavorare, la voglia di farlo perché credono nelle loro scelte e su tutto una famiglia da portare avanti. “Il nostro reddito in questi mesi è stato abbattuto del 90%”, racconta Burini. “Non percepiamo il bonus da giugno”, aggiunge Giulia. “Ma non è questo – specifica lui -. I 600 euro non sono il valore del nostro lavoro. Oggi pensiamo a sopravvivere e ci adeguiamo a fare di tutto: dal call center alle consegne a domicilio. Siamo qui per parlare di un sistema cultura Italia che non funziona, completamente assente sia nella regolamentazione delle giornate lavorative, sia nel welfare che nel riconoscimento contrattuale”. “Lavoriamo senza tutele da sempre – rilancia lei -: le nostre fatiche non compaiono, le nostre date perse per l’annullamento dei calendari nei mesi precedenti non vengono né recuperate né rimborsate. Semplicemente non esistono. Lo Stato non ha neppure i numeri per calcolarci un indennizzo. Bisogna riscrivere norme e codici del mondo dello spettacolo”. E peggio va in ambito regionale. “Buttano alla cultura quello che avanza senza valutare l’indotto che crea – commenta Burini -. Da luglio il nostro comparto chiede all’assessorato regionale un tavolo tecnico per fornire strumenti e dati utili a conoscere il settore. Nessuna risposta”.





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